Ho deciso che la mia napoletaneità conquisterà il Nord! Abbiamo dei dolci fantastici, ricchi, goduriosi, importanti, imponenti, ok, alcuni anche un po’ pesanti, unici e mi rifiuto di lasciarli confinati lì, al Sud. Alcuni di loro hanno raggiunto una notorietà mondiale ( vedi il babà, la sfogliatella, la cassata o il cannolo) , ma gli altri? Le graffe, il biscotto all’amarena, la Santa Rosa, la torta caprese, le zeppole di San Giuseppe, i mostaccioli, gli struffoli? Mi fermo altrimenti potrei continuare ad elencare dolci ancora per un bel po’.
Sono napoletana dentro e fuori, con le mie parole italianizzate direttamente dal napoletano ( e che raramente posso fare a meno di tradurre!), con il mio parlare per proverbi , con la mia nostalgia per le curve perfette del Vesuvio che si perdono nel mare.
Sono napoletana quando mi arrabbio, con la lava che scorre nelle vene. Quando rido con un’esplosione di suoni che riecheggerebbe benissimo in un vicolo di Pozzuoli. Quando devo porzionare una torta ( Ti assicuro che tra su e giù c’è un bug nelle unità di misura.)
Sono napoletana quando cucino : olio, basilico, pomodori, mozzarella, provola, ricotta, canditi, grano, limoni.
Perchè allora costringermi a fare cannoncini, torta russa veronese e strudel di mele? Non sarei io. Non potrei mettere il 100% di me in quello che faccio.
Quindi rielaborazioni di grandi classici, da Nord a Sud , ma sempre con un tocco terrone!
Ecco perchè il primo dessert che ho preparato al Bistrot è stata la torta caprese.
La torta caprese prende il nome dal suo luogo di origine, la bellissima isola di Capri.
Secondo la leggenda, sarebbe nata da un’involontaria creazione di un pasticcere nel 1920. Si racconta infatti che il cuoco Carmine Di Fiore avesse dimenticato di mettere la farina in una torta di mandorle che stava preparando per tre malavitosi americani giunti a Capri per acquistare una partita di ghette per Al Capone.
Il risultato fu così buono che i tre americani ne pretesero la ricetta. Il cuoco fortunato, battezzata la torta con il nome di “caprese”, iniziò a produrla quotidianamente, raggiungendo il successo!
Questa torta è gluten free e non prevede l’utilizzo del lievito, quindi ottima per gli intolleranti.
La ricetta che ti propongo è quella più antica : useremo il cacao al posto del cioccolato fondente.
Cosa ti servirà…
225 g di farina di mandorle
150 g di burro
113 g di zucchero a velo
120 di uova intere
25 g di tuorlo
30 g di cacao amaro
40 g di albumi
30 g di zucchero
Come farai…
Monta gli albumi con lo zucchero a neve ferma. In una ciotola, monta lo zucchero a velo con il burro a temperatura ambiente. A parte,mescola le uova intere con i tuorli e aggiungile a filo al composto di zucchero e burro, sempre montando con le fruste. Ora, aggiungi il cacao setacciato e la farina di mandorle e mescola con un cucchiaio. Aggiungi gli albumi montati e mescola con delicatezza e attenzione. Versa in uno stampo ( 24 cm di diametro) precedentemente imburrato e infarinato. Inforna, in forno già caldo, a 170 °C per 30 minuti. Prima di sfornare, fai la prova stecchino. 🙂
Una volta raffreddata , cospargi la superficie di zucchero a velo.
2 risposte
Carissima,che sorpresa ! Sono molto contenta che hai presentato ai milanesi ” donna caprese” la bomba più dolce del mondo.
Immagina se il vesuvio fosse fatto di caprese ,per noi napoletani non esisterebbe il minimo pericolo perchè lo mangeremmo fino all’ultima briciola.
Auguri di buon dolce compleanno.