Salon du Chocolat: cosa abbiamo visto

salon du chocolat logo

Curiosi, addetti ai lavori, scrittori, giornalisti, scienziati: la seconda edizione del Salon du Chocolat è stata ricca di spunti di riflessione e, perché no, una finestra sul futuro del cioccolato.

I numeri & la location

Il Salon du Chocolat si è svolto al MiCo, in località Portello (fermata della M5), ed ha accolto 34mila visitatori, ospitato 115 chef e 80 espositori.

Reduce da manifestazioni come TuttoFood, Sigep ed Expo, mi aspettavo di trascorrere le mie giornate persa tra padiglioni immensi. Invece tutto l’evento si svolge in un’area ridotta rispetto alle grandi manifestazioni a cui siamo abituati: gli espositori si dividono gli spazi creando corridoi tra gli stand, solo uno dedicato alla vendita di attrezzatura per lavorare il cioccolato (stampi di policarbonato, di silicone e tappetini), tre aree dedicate ai dibattiti e una dedicata alla zona ristoro.

L’evento è stato patrocinato da Comune di Milano e Ampi e realizzato in collaborazione con Compagnia del Cioccolato, Grand Hotel et de Milan, Eataly, Naba, Wella e Pixartprinting e sostenuto nella comunicazione grazie ai media partner Italian Gourmet, Punto IT, TuStyle, Where Milan e RDS.

Carlo Cracco e Anna Prandoni

La sfilata

La seconda edizione del Salon du Chocolat si è aperta con la consueta sfilata nella quale moda, food e design si fondono dando vita ad abiti spettacolari e dalle forme innovative.

La sfilata porta la firma dei pasticceri AMPI e di 12 stilisti della NABA ( Nuova Accademia di Belle Arti di Milano).

La ciliegina sulla torta è stato un abito firmato da Ernst Knam e Tony Ward, stilista di haute couture noto per l’eleganza e la raffinatezza dei suoi abiti.

Tra chef, cioccolato e dibattiti

Innumerevoli chef e pasticceri si sono susseguiti sui palchi della manifestazione. Carlo Cracco ha aperto la terza giornata del Salon presentando il suo libro:” È nato prima l’uovo o la farina?”  in una simpatica intervista rilasciata alla giornalista Anna Prandoni.

Sullo stesso palco, poco dopo, il maestro Knam si è esibito in un happening artistico, uno spettacolo in cui con varie tecniche pittoriche ha dipinto una tela di 3 x 2 metri, con materiali edibili poi offerti al pubblico estasiato, ad opera terminata.

Salon du Chocolat - Knam - Performance - Albero dell'amore

Moltissimi gli showcooking adatti anche ai non addetti ai lavori, che hanno allietato le varie giornate del Salone.

Domenica mattina, invece, l’apertura è stata eseguita magistralmente dal maestro Gianluca Fusto con il suo “Cioccolato al latte, frutta e profili aromatici“.

Knam è stato il faro della manifestazione, ha esaltato ogni forma d’arte dalla scultura alla pittura all’alta moda, esaltando il cioccolato in tutte le sue forme.

GianlucaFusto+FranckFresson

Le assenze sono state importanti quanto le presenze. La mancanza di personaggi come Eliseo Tonti, Guido Castagna, Luca Mannori, Giraudi, solo per nominarne alcuni, fa pensare.

I dibattiti

Molta promozione ai nuovi libri in uscita e alle case editrici sul palco dedicato ai dibattiti. Errore che è stato reso perdonabile dal confronto tra Dario Bressanini e Guido Gobino sul tema “Grezzo o tostato? Il “nuovo” cioccolato fra scienza e tendenza” in cui è stato esaminato il fenomeno del cioccolato raw. Impeccabile l’analisi chimico-fisica di Dario Bressanini sul fenomeno e quella imprenditoriale eseguita dal maestro Gobino. Dopo 30 minuti di dibattito la conferma che il “raw” è una moda del momento.

Bressanini e Gobino

Gli espositori

Grande attenzione al bean to bar, letteralmente la trasformazione che dalla fava di cacao porta alla creazione della tavoletta. Tantissimi produttori, realtà piccole o più grandi, quasi tutti accomunati dall’attenzione verso la materia prima.

Pochissima la pralineria, l’attenzione era tutta rivolta alle tavolette.

Gradevoli sorprese

Anche in un evento importante come questo, non sono mancate alcune delusioni, ma voglio raccontarti delle sorprese. Due aziende tra tutte, a mio parere, si sono distinte grazie a dei progetti innovativi e ben strutturati: Baltom e Quetzal.

Baltom si basa sulla tradizione, l’innovazione, la multisensorialità, la scoperta e lo stupore: “always wonder” recita il manifesto.

E stupisce davvero. La sapienza di un pasticcere piemontese si fonde con l’esperienza imprenditoriale e la mentalità volta al futuro di un giovane ragazzo milanese. Il cioccolato viene vestito ed è pronto a sfilare grazie al packaging accattivante e modaiolo. bypassato il packaging, una tavoletta liscia e perfetta creata a regola d’arte partendo dal cacao più pregiato, scelto attentamente nella piantagione.

baltom

Il cioccolato di Quetzal, invece, nasce dall’incontro della Sicilia e dal resto del mondo, del sud del mondo ad essere precisi e da qui il nome SUD SUD.

La cooperativa è nata a Modica nel 1995 ( eh si, sono tanti anni fa ormai) per creare consapevolezza e diffondere il commercio equo e solidale.

La storia della cooperativa è direttamente collegata a quella di una associazione di donne guatemalteche, importando i loro tessuti.

Queztal rappresenta quello che mi auguro per il futuro: belle persone e buon cioccolato.

queztal logo

 

Premio “Tavoletta d’oro” 2017

La Compagnia del Cioccolato ha organizzato degustazioni e percorsi guidati sulle diverse esperienze di cioccolato e ha consegnato il Premio Tavoletta d’Oro 2017 ai vincitori:

  • Amedei – per il cioccolato al latte Toscano Brown 32%, e per il croccantino nocciole e mandorle
  • Slitti – per la miglior crema da spalmare con Riccosa e il miglior cioccolato al latte con alta percentuale di cacao con LatteNero 45%.
  • Domori – per le categorie fondente (con il Blend Criollo 70%), cioccolato d’origine (con l’Ocumare 77) e la menzione Eccellenza Italiana
  • Guido Gobino – per il Cremino al Cappuccino e per il Giandujottino Maximo +39
  • Maglio – per il limone cedrato ricoperto nella categoria Frutte e Canditi
  • Gardini – con il Tè verde Sakura nella categoria aromatizzati
  • Sabadì – con Giovinezza nella categoria modicani

E ancora, Tavolette d’Oro alla Torta Pistocchi uvetta e rum, al panettone Sandrone al cioccolato e ciliegie di Vignola del Giamberlano, a Fermento Cacao per il progetto sulla rinascita del cioccolato italiano, a Venchi per la diffusione della cultura del cioccolato italiano nel mondo.

8 cioccolati prodotti da Amaro, Bruco, Amedei, Maglio, Domori, Majani e Venchi hanno vinto il riconoscimento di “Cioccolati d’eccellenza”.

Questa seconda edizione del Salon du Chocolat, come ho detto all’inizio, è stata spunto di riflessione: molte aziende promuovono il buon cioccolato, la ricerca delle materie prime ponendo l’attenzione anche sulle problematiche vissute dai popoli in cui il cibo degli dei è coltivato.

Quello che mi piacerebbe vedere al Salon du Chocolat 2018

Per l’anno prossimo mi auguro di trovare più aziende legate al mondo packaging, più dibattiti scientifici sul mondo del cioccolato e meno eventi promozionali, meno volti noti e più aziende che guardano al futuro del cioccolato.

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